La dismorfofobia, conosciuta anche come disturbo dismorfico di corpo (BDD), è un disturbo caratterizzato da un’eccessiva preoccupazione per un presunto difetto fisico, spesso impercettibile o minimo agli occhi degli altri. Le persone con dismorfofobia si fissano su questo difetto percepito, arrivando a provare disagio, vergogna e ansia invalidanti.
In questo articolo, esploreremo il complesso mondo della dismorfofobia, analizzandone le cause, le manifestazioni, le conseguenze e le possibili vie d’uscita. Scopriremo come la psicoterapia indivisuale può rappresentare una valida opzione per chi vive intrappolato nella gabbia della propria immagine.
Quali sono le cause della dismorfofobia
Le cause della dismorfofobia non sono ancora completamente chiare, ma si ipotizza che un ruolo chiave sia svolto da una combinazione di fattori:
- Fattori genetici: la dismorfofobia può essere più frequente in persone con familiari che soffrono del disturbo o di altri disturbi mentali;
- Fattori psicologici: esperienze di bullismo, traumi infantili o bassa autostima possono aumentare il rischio di sviluppare dismorfofobia;
- Fattori neurobiologici: alcune ricerche suggeriscono che la dismorfofobia possa essere associata ad alterazioni del funzionamento cerebrale in aree legate all’elaborazione dell’immagine di sé e al controllo delle emozioni;
- Fattori sociali: l’enfasi odierna sull’aspetto fisico e l’esposizione a immagini di corpi perfetti sui social media possono contribuire all’insorgere della dismorfofobia, soprattutto nei giovani.
Come si manifesta
La dismorfofobia si manifesta con una serie di sintomi che possono variare da persona a persona, rendendola una condizione complessa e debilitante.
Il sintomo principale è la preoccupazione ossessiva per un presunto difetto fisico, che può riguardare qualsiasi parte del corpo, dalla pelle ai capelli, dal viso al naso, fino alla forma del corpo. Le persone affette da dismorfofobia hanno convinzioni distorte sull’aspetto, credendo fermamente che il loro difetto sia reale, grave ed evidente agli altri, anche se esso è minimo o inesistente.
Questa convinzione porta a comportamenti ripetitivi e compulsivi, come il controllo ossessivo allo specchio per cercare conferme del difetto, il camuffamento con cosmetici o abbigliamento per nasconderlo, il confronto costante con l’aspetto degli altri e la ricerca continua di rassicurazioni.
Inoltre, i comportamenti di evitamento sono comuni, con le persone che evitano situazioni sociali o attività che potrebbero esporre il difetto percepito agli occhi degli altri. Questo disturbo provoca un intenso disagio e ansia, portando a vergogna e bassa autostima, interferendo significativamente con la vita quotidiana, le relazioni sociali e il lavoro.
Nei casi più gravi, la dismorfofobia può sfociare in depressione ed isolamento sociale, sottolineando la necessità di un intervento professionale per gestire e trattare efficacemente la condizione.
Come uscire dalla dismorfofobia?
La psicoterapia individuale è il trattamento più efficace trattare correttamente la dismorfofobia, in quanto aiuta la persona a:
- Identificare e modificare le convinzioni distorte sull’aspetto fisico: riconoscere che le preoccupazioni per il difetto sono esagerate o irrazionali e sviluppare una visione più realistica di sé;
- Ridurre i comportamenti compulsivi: imparare a gestire l’ansia e lo stress in modo sano, evitando di mettere in atto comportamenti ripetitivi come il controllo ossessivo dello specchio o il camuffamento del difetto percepito;
- Esposizione graduale: affrontare gradualmente le situazioni temute e ansiogene, aumentando la tolleranza all’ansia e riducendo l’evitamento;
- Migliorare l’autostima: Imparare ad accettare e valorizzare il proprio corpo nella sua interezza, indipendentemente da difetti percepiti o reali.
Con il supporto di un terapeuta esperto, la persona con dismorfofobia può imparare a convivere con il disturbo. Attraverso la terapia, è possibile gestire efficacemente il disturbo e vivere una vita piena e soddisfacente. Ciò contribuisce a migliorare significativamente la qualità della vita, riducendo i sintomi e consentendo di vivere relazioni sociali più sane e appaganti.
Commenti recenti