Il mutismo selettivo nei bambini è un disturbo d’ansia infantile che si manifesta con l’incapacità, o la forte difficoltà, di parlare in determinati contesti sociali, pur avendo sviluppato normalmente le capacità linguistiche. I bambini che ne soffrono parlano liberamente in ambienti familiari e rassicuranti, come in casa con i genitori, ma rimangono in silenzio — a volte in modo totale — in situazioni scolastiche o con estranei. Questo silenzio non è una scelta volontaria, ma una risposta automatica all’ansia sociale, spesso profonda e radicata.

Il mutismo selettivo può compromettere il percorso scolastico, lo sviluppo delle competenze sociali e la qualità della vita del bambino e della sua famiglia. Per questo, è fondamentale riconoscerlo precocemente e attivare un percorso terapeutico adeguato.

Mutismo selettivo: come si presenta e perché non va sottovalutato

Il mutismo selettivo esordisce solitamente tra i 3 e i 5 anni, ma può emergere più chiaramente al momento dell’ingresso nella scuola dell’infanzia o nella primaria, quando le richieste sociali diventano più strutturate. I bambini appaiono spesso timidi, ritirati, evitano il contatto visivo e sembrano “incapaci” di rispondere a domande o interagire verbalmente con insegnanti e compagni, pur comunicando normalmente in altri ambienti.

Nei casi di mutismo selettivo negli adolescenti, il disturbo può assumere forme più complesse. Il silenzio può diventare una strategia di evitamento consolidata, accompagnata da ritiro sociale, bassa autostima, disagio corporeo e marcata ansia da prestazione. In questi casi, il rischio è che la condizione si cronicizzi e interferisca con lo sviluppo dell’identità e delle relazioni sociali.

Il mutismo selettivo non va mai interpretato come un capriccio o una semplice timidezza. È una condizione clinica che necessita di ascolto, comprensione e intervento psicologico specializzato.

Quali sono le cause del mutismo selettivo nei bambini

Il mutismo selettivo ha origini multifattoriali. Tra i principali fattori predisponenti e scatenanti troviamo:

  • Una forte predisposizione all’ansia sociale, spesso presente anche in altri membri della famiglia;
  • Temperamento inibito o timido, con elevata sensibilità agli stimoli e difficoltà nell’adattamento;
  • Esperienze precoci di separazione, trauma o situazioni stressanti (traslochi, cambi scolastici, tensioni familiari);
  • Modelli comunicativi familiari chiusi o poco stimolanti, in cui le emozioni non vengono espresse apertamente;
  • In alcuni casi, possono coesistere difficoltà di linguaggio, che aumentano l’ansia da esposizione.

È importante sottolineare che nessuno di questi elementi da solo causa il disturbo, ma il loro intreccio può predisporre alla comparsa del mutismo selettivo in soggetti vulnerabili.

Terapie efficaci per il mutismo selettivo nei bambini e negli adolescenti

Il trattamento del mutismo selettivo richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga non solo il bambino, ma anche la famiglia e l’ambiente scolastico. La terapia deve essere personalizzata, graduale e costruita su misura per il singolo caso.

Parent training e coinvolgimento familiare

I genitori svolgono un ruolo chiave nel trattamento. È fondamentale che ricevano un’adeguata formazione e supporto psicologico, per evitare atteggiamenti controproducenti come la pressione a parlare, il giudizio o la sovra-protezione. Il parent training aiuta i genitori a:

  • Comprendere la natura del disturbo.
  • Supportare il figlio in modo empatico e coerente.
  • Rinforzare positivamente ogni piccolo passo comunicativo.
  • Collaborare con insegnanti e terapeuti nel rispetto dei tempi del bambino.

Intervento scolastico e coordinamento educativo

La scuola è spesso uno dei contesti più critici per il bambino con mutismo selettivo. È essenziale che gli insegnanti siano formati e coinvolti nel percorso terapeutico, affinché possano creare un ambiente sicuro, non giudicante e stimolante dal punto di vista relazionale.

Tecniche come il “parlare tramite registrazioni”, le attività in coppia o in piccolo gruppo, l’uso di strumenti alternativi di comunicazione (disegno, gesti, scrittura) sono solo alcune delle strategie che possono essere attivate in sinergia con il terapeuta.

L’importanza della terapia psicologica individuale

La terapia psicologica individuale rappresenta una risorsa fondamentale nel trattamento del mutismo selettivo, soprattutto quando il bambino o l’adolescente manifesta una forte resistenza alla comunicazione o presenta disagi emotivi profondi. Questo tipo di percorso consente di lavorare in modo mirato sul vissuto interno del minore, offrendo uno spazio sicuro e protetto in cui esplorare ansie, paure e pensieri negativi legati alla comunicazione.

La relazione con il terapeuta, costruita con pazienza e gradualità, diventa essa stessa uno strumento terapeutico: attraverso l’alleanza e la fiducia, il bambino può iniziare a esprimersi, prima attraverso canali alternativi come il gioco o il disegno, e successivamente anche con il linguaggio verbale. La terapia individuale favorisce lo sviluppo dell’autostima, della regolazione emotiva e delle competenze relazionali, accompagnando il minore in un percorso di crescita personale che va ben oltre il sintomo del silenzio.

Se tuo figlio mostra difficoltà nel parlare in alcune situazioni, non aspettare. Insieme possiamo comprendere meglio il suo vissuto e costruire un percorso terapeutico su misura, rispettoso dei suoi tempi e delle sue emozioni. La voce che oggi tace può tornare a esprimersi, con delicatezza, cura e fiducia.